Nell’anno appena trascorso, nonostante il recepimento della direttiva 2015/0720/UE che, dal 1° gennaio 2018, ha imposto l’utilizzo delle buste biodegradabili a pagamento per l’acquisto dei prodotti sfusi, il comportamento dei consumatori nel comparto ortofrutticolo non appare aver risentito del tanto discusso costo del pacchetto, tanto da potersi dire immutato.
Infatti, le percentuali di acquisto tra ortofrutta a peso variabile e quella a peso imposto non mostrano significative novità; i dati pubblicati dalla ricerca Nielsen, rilevano che si registra un lieve calo d’acquisti sui prodotti non confezionati nel 2018 (-5,5%) rispetto al 2017, ma giustificato da una globale diminuzione di utilizzo dei prodotti vegetali da parte dei basso-acquirenti, dunque non riconducibili all’imposizione normativa.
Le motivazioni che direzionano la scelta del prodotto sfuso o di quello confezionato, risiedono nella freschezza dell’alimento, nella igienicità e nella comodità della confezione e del formato. Secondo il campione intervistato, il 97% è a conoscenza della normativa entrata in vigore e del pagamento dei sacchetti, in particolare gli alto-acquirenti condividono maggiormente la sua approvazione in quanto incentiva la riduzione dell’impatto ambientale. La percezione che i prodotti sfusi, con l’introduzione dei sacchetti a pagamento, siano più cari è maggiormente diffusa tra i basso-acquirenti del comparto. Opinione comune, nonché, consiglio agli stakeholders del settore, è quello di rendere i sacchetti biodegradabili più robusti e con formati differenti per poterli utilizzare e riciclare anche come buste dei rifiuti.
Al netto delle opinioni e delle indicazioni dei consumatori, l’andamento del comparto ortofrutticolo non risulta compromesso dal 2018 ad oggi ed i consumatori continuano ad acquistare secondo le abitudini di sempre.
di Tamara Tarallo
presso il supermercato Conad via della Pineta a Fregene, sono stata ammonita sull’uso di sacchetti riutilizzabili (a rete), nonostante li avessi già utilizzati nello stesso punto e in altri supermercati anche dello stesso marchio. Mi è stato detto che non potevo introdurre “borse” dall’esterno…
Buongiorno Vittoria, si riporta sul punto parere del Consiglio di Stato:
“Peraltro, in considerazione dell’imprescindibile rispetto della normativa in tema di igiene e sicurezza alimentare, ciascun esercizio commerciale sarà tenuto, secondo le modalità dallo stesso ritenute più appropriate, alla verifica dell’idoneità e della conformità a legge dei sacchetti utilizzati dal consumatore, siano essi messi a disposizione dell’esercizio commerciale stesso, siano essi introdotti nei locali autonomamente dal consumatore. In quanto soggetto che deve garantire l’integrità dei prodotti ceduti dallo stesso, può vietare l’utilizzo di contenitori autonomamente reperiti dal consumatore solo se non conformi alla normativa di volta in volta applicabile per ciascuna tipologia di merce, o comunque in concreto non idonei a venire in contatto con gli alimenti”.