Un gruppo di parlamentari, guidato dalla senatrice del PD Simona Malpezzi, si è schierato contro l’uso diffuso degli smartphone tra i ragazzi sotto i 14 anni. Inoltre, ha chiesto di limitare l’accesso ai social media fino ai 16 anni. La proposta, presentata oggi durante una conferenza stampa a Palazzo Madama, è articolata in due disegni di legge bipartisan. A sostegno dell’iniziativa, è stata lanciata una petizione promossa dal pedagogista Daniele Novara e dallo psicoterapeuta Alberto Pellai, che avrebbe già raccolto 50.000 firme. Tra i firmatari figurano anche noti esponenti del mondo dello spettacolo, come Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino e Luca Zingaretti.

La Tesi

Non si tratta di una misura proibizionista, affermano i sostenitori della proposta, ma di una scelta educativa. L’uso precoce dei nuovi media avrebbe un impatto così grande sullo sviluppo cognitivo e sociale dei giovani da poter essere equiparato, per certi versi, all’esposizione a sostanze come l’alcool o il tabacco. Poiché il cervello di bambini e adolescenti non è ancora completamente sviluppato, qualsiasi tecnologia che possa influenzare la materia bianca (la sostanza responsabile della connessione tra diverse aree del cervello, coinvolte in abilità fondamentali come la lettura e la scrittura) dovrebbe essere attentamente regolamentata per evitare abusi.

Gli Studi

Diversi studi scientifici affermano che l’uso precoce di smartphone e social media può favorire dipendenze, isolamento sociale e disturbi del sonno. I giovani trascorrerebbero dalle 5 alle 8 ore al giorno online, accumulando fino a 2.920 ore all’anno, tempo che potrebbe essere dedicato ad altre attività più formative o socialmente stimolanti. Secondo le interviste condotte dal Global Mind Project del Sapiens Lab, i bambini che ricevono uno smartphone in tenera età mostrerebbero una maggiore incidenza di problemi di salute mentale rispetto a quelli che ottengono il loro primo dispositivo più tardi:

  • Il 74% delle bambine che hanno ricevuto il loro primo smartphone all’età di 6 anni manifesterebbe problemi di salute mentale, rispetto al 46% di coloro che hanno ottenuto il telefono a 18 anni.
  • Il 42% dei bambini che hanno ricevuto il loro primo smartphone all’età di 6 anni presenterebbe problemi di salute mentale, rispetto al 36% di quelli che hanno ottenuto il dispositivo a 18 anni.

Conclusioni

È importante sottolineare che i dati, presi singolarmente, non sono conclusivi e devono sempre essere valutati nel contesto più ampio. Le singole ricerche non sono sufficienti a fornire una risposta definitiva, ma possono essere indicatori di un fenomeno più complesso. Rimane dunque in dubbio se l’approccio restrittivo proposto dai parlamentari sia una soluzione adeguata al problema.

YouTube
LinkedIn
LinkedIn
Share
Instagram