A cura di Codacons Lazio,
L’Autorità per l’energia (ARERA), con la delibera 266/2022/R/eel del 21 giugno 2022 (https://www.arera.it/allegati/docs/22/266-22.pdf ), ha reso note le modalità e le tempistiche con le quali il GSE procederà all’attuazione della misura dell’articolo 15-bis del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (c.c. DL Sostegni-Ter), che ha introdotto un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia elettrica immessa in rete a partire dal 1° febbraio 2022 e sino al 31 dicembre 2022. Lo scopo del provvedimento è quello di prelevare i maggiori profitti ottenuti dalla vendita di energia elettrica da fonti rinnovabili, a seguito dell’aumento del prezzo della stessa a partire dalla seconda metà del 2021, per destinarli alla riduzione degli oneri generali di sistema così da ridurre il costo delle forniture di energia nonché supportare le misure legislative di contenimento della spesa energetica introdotte negli ultimi mesi (riduzione IVA, riduzione/annullamento oneri generali, etc.).
Non tutti gli impianti fotovoltaici sono interessati dal provvedimento, i produttori, su specifica richiesta del Gestore dei servizi energetici (GSE), dovranno trasmettere una dichiarazione contenente tutte le informazioni necessarie per il calcolo degli extraprofitti. Tale dichiarazione sostitutiva è richiesta esclusivamente per gli impianti di energia elettrica di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di premi fissi derivanti dal meccanismo del Conto Energia, non dipendenti dai prezzi di mercato e per gli impianti di potenza superiore a 20 kW alimentati da fonte solare, idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non accedono a meccanismi di incentivazione, entrati in esercizio in data antecedente al 1° gennaio 2010.
In un momento storico in cui i rincari energetici mettono in difficoltà i cittadini, è bene chiarire alcuni punti sul caro bollette e gli extra profitti sulle energie rinnovabili. I prezzi dell’energia in tutto il mondo hanno cominciato a salire dopo la fine dei lockdown e la ripresa di tutte le attività lavorative, culturali, industriali, commerciali. Per quanto riguarda l’Italia, già a dicembre 2021 l’Autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente (ARERA) aveva stimato un aumento delle bollette del gas del 41% e dell’elettricità del 55%, a causa di un aumento del costo dei certificati verdi per l’emissione di CO2, in quanto larga parte dell’energia elettrica viene ancora prodotta mediante combustione di carbone, metano o petrolio e suoi derivati, immettendo nell’atmosfera CO2. L’aumento dei costi di CO2 comporta quindi un aumento diretto dei costi di produzione dell’energia elettrica. Con l’inizio della crisi in Ucraina, a febbraio 2022, i prezzi sono tornati nuovamente a salire. Il timore per l’esaurimento delle forniture, la ricerca di fornitori alternativi alla Russia, l’aumento dei prezzi all’ingrosso e a cascata dei costi al dettaglio, non ha fatto altro che alimentare una spirale di crisi delle forniture e innalzamento dei costi. A causa di questa impennata degli aumenti, il Governo ha eliminato, per due trimestri di fila, gli oneri generali di sistema per le bollette della luce e li ha ridotti ai minimi termini per quelle del gas, oltre a ridurre l’IVA, azione fondamentale in un periodo dell’anno in cui si registra il picco dei consumi e, quindi, del costo in bolletta. Inoltre ha provveduto a stanziare maggiori fondi per sostenere il bonus bollette, in modo da compensare, per i consumatori che ne possono beneficiare, i rincari previsti.
Tra le altre misure che il Governo ha vagliato per ridurre i costi in bolletta, e di cui in queste settimane si parla molto, c’è anche l’utilizzo di un possibile “tesoretto” derivante appunto dalla tassazione degli extra profitti dei produttori di energia elettrica. Gli extra-profitti di cui si parla riguardano alcuni produttori di energia e non le società di vendita. I produttori sono coloro che immettono nelle rispettive reti il gas naturale e l’energia elettrica prodotta. Nel caso dell’energia elettrica, la produzione può arrivare da centrali tradizionali a carbone o a combustibili fossili e gas naturale o da fonti rinnovabili, come nel caso di idroelettrico, parchi eolici o parchi fotovoltaici I distributori invece sono le società che gestiscono le reti nazionali di gas ed energia elettrica. Si occupano quindi di installare, gestire le infrastrutture (cavi, contatori, etc..)
Infine i fornitori, le società di vendita, ossia le aziende che acquistano energia elettrica e gas dai produttori e la vendono ai clienti finali, occupandosi della promozione, vendita e fatturazione ai clienti finali. Quest’ultimi riscuotono anche imposte, tasse e oneri da versare poi ai distributori e allo Stato. I distributori non hanno maggiori profitti, visto che vengono retribuiti con le spese di trasporto e gestione del contatore presenti in bolletta, che non cambiano in base alle quotazioni di energia e gas. Anche i fornitori, acquistando energia e gas per poi rivenderli al dettaglio, non stanno facendo maggiori profitti. Coloro che sono investiti dalla tassa sugli extra profitti sono quindi i produttori, dai quali comunque, vanno esclusi quelli che producono energia elettrica usando combustibili fossili e gas naturale, perché oltre ad avere avuto un incremento delle materie prime come su detto, hanno anche avuto un incremento dei costi per l’emissione di CO2. Le uniche società ad avere degli extra profitti sono quelle che producono energia da fonti rinnovabili, che non hanno visto variare i costi di produzione, mentre hanno visto crescere notevolmente il costo di vendita dell’energia. Saranno queste, quindi, le sole destinatarie delle eventuali misure aggiuntive del governo per recuperare dei fondi da destinare al contenimento dei rincari. Per difenderci dai rincari, l’Autorità ha predisposto anche un portale che il consumatore può consultare per un confronto semplice e affidabile tra le offerte luce e gas www.ilportaleofferte.it