Ott 10, 2024 | news, Telefonia
Il telemarketing aggressivo è una delle principali fonti di disturbo per i consumatori italiani, continuamente bersagliati da telefonate commerciali indesiderate.
Per contrastare questo fenomeno, il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato il 29 marzo 2023 il Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling, con l’obiettivo di introdurre nuove regole e tutelare maggiormente i cittadini.
Il Codice prevede limitazioni sugli orari delle chiamate, vietando le telefonate commerciali prima delle 9:00 e dopo le 20:00 nei giorni feriali, prima delle 10:00 e dopo le 19:00 il sabato, e in modo assoluto durante le festività. Inoltre, le aziende di telemarketing sono obbligate a utilizzare numeri identificabili e richiamabili, eliminando la pratica dello spoofing, e devono ottenere consensi espliciti dai consumatori per ogni singola finalità commerciale, informandoli sull’uso dei dati e garantendo il diritto all’opposizione, alla rettifica e all’aggiornamento delle informazioni personali.
Sono previste sanzioni per chi viola queste regole, e il rispetto del Codice è monitorato da un organismo indipendente che gestisce anche eventuali reclami.
Tuttavia, nonostante le novità introdotte, il Codice presenta un limite significativo: l’adesione è volontaria. Ciò significa che solo i call center che scelgono di aderire rispettano le nuove regole, mentre i call center abusivi continuano a operare al di fuori delle normative, perpetuando le pratiche di telemarketing aggressivo.
Questo limite è stato evidenziato da Davide Zanon, segretario di Codici Lombardia, che sottolinea come i call center illegali non abbiano alcun incentivo ad adeguarsi, continuando così a molestare i consumatori.
Anche il Registro pubblico delle opposizioni, che dovrebbe permettere ai cittadini di bloccare le chiamate non richieste, mostra delle criticità. Molti iscritti al Registro continuano a ricevere telefonate, soprattutto da parte di aziende che operano illegalmente.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha definito il Codice una “inutile foglia di fico”, poiché non risolve il problema alla radice. Dona propone di tornare al sistema dell’opt-in, in vigore fino al 2009, che permetteva alle aziende di contattare i consumatori solo dopo il loro esplicito consenso. Secondo lui, il Codice attuale e il Registro delle Opposizioni non sono riusciti a contrastare efficacemente il fenomeno del telemarketing selvaggio, lasciando i consumatori in balia delle chiamate moleste.
In conclusione, il nuovo Codice rappresenta un passo avanti nella regolamentazione del settore, ma la sua efficacia è limitata dalla natura volontaria e dall’incapacità di arginare i call center abusivi. Per proteggere davvero i consumatori, è necessario introdurre misure più vincolanti e un controllo più serrato delle attività illegali. Solo così sarà possibile ridurre il numero di telefonate commerciali indesiderate e garantire una reale tutela della privacy.
Ott 7, 2024 | AMBIENTE, news
La natura, si sa, è capricciosa e imprevedibile. Il maltempo spesso colpisce a sorpresa, quando è troppo tardi per prendere contromisure. Il primo passo, quindi, è conoscere il territorio, informandosi su eventuali emergenze climatiche passate, sui tipi di pericoli e le zone più vulnerabili. Se ci troviamo in una zona a rischio, sarebbe utile avere un cassetto pronto con una torcia elettrica, una radio a pile e una copia dei documenti personali. I piani superiori di un edificio dovrebbero essere facilmente accessibili, e sarebbe meglio evitare di conservare beni di valore o dormire ai piani inferiori.
Stare Lontano dal Pericolo
Non dobbiamo mai sottovalutare la rapidità con cui una situazione può degenerare. Un cielo apparentemente sereno, ma con nubi cumuliformi sviluppate verticalmente durante una giornata calda e afosa, può essere un segnale di imminente temporale. La tempesta può raggiungere la sua massima potenza in breve tempo, e in pochi minuti il livello dell’acqua può salire fino a due metri. Poiché la luce si percepisce a maggior distanza del suono, dei lampi all’orizzonte significano che abbiamo tempo di allontanarci, ma in caso di tuoni sarebbe meglio cercare riparo.
Un consiglio ovvio è tenersi alla larga da zone più basse rispetto al territorio circostante: cantine, sottopassi, piani seminterrati e piani terra, così come strade in forte pendenza. Fiumi, ponti e argini devono essere assolutamente evitati. Anche pochi centimetri d’acqua in movimento possono far cadere una persona o danneggiare un veicolo, quindi è meglio non tentare la sorte. Raggiungere un punto elevato è una buona idea, ma è sconsigliabile arrampicarsi su strutture fragili come terrapieni, poiché la forza dell’acqua potrebbe farle crollare. Tentare di mettere al sicuro la macchina o i beni ai piani inferiori può rivelarsi fatale, e gli ascensori non sono affidabili.
Una sana dose di cautela è necessaria, anche quando ci sembra di essere al sicuro. Il rischio può provenire da ogni direzione: pali e tralicci che cadono, pietre e oggetti che rimbalzano lungo le frane, buche nel terreno e cavi elettrici tranciati. Le alluvioni possono danneggiare i sistemi di scarico, i tubi del gas e l’impianto elettrico. Meglio affidarsi alle comunicazioni ufficiali o al parere degli esperti prima di riprendere le normali attività. Facciamo attenzione anche ad acqua e cibo, che potrebbero essere contaminati.
Contribuire alla Causa
La prevenzione è anche uno sforzo comunitario. Non dovremmo abbandonare rifiuti ingombranti sulla strada, e nel caso ne dovessimo trovare sarà nostro dovere contattare le autorità. Il Comune è tenuto a condividere un piano di protezione civile, così come scuole e aziende dovrebbero avere piani di emergenza: è un nostro diritto chiedere che vengano predisposti.
Se notiamo una frana, possiamo segnalarla alle autorità, così come eventuali persone intrappolate o ferite (senza entrare nella zona a rischio), per poi allontanarci immediatamente. Quando l’emergenza colpisce, sarebbe ideale mobilitarci per aiutare anziani, bambini e disabili. Ci sono risorse messe a disposizione e persone pronte ad aiutarci, ma spetta anche a noi fare la nostra parte.
Ott 3, 2024 | news
Il Bonus Psicologo fu introdotto come rete di sicurezza per le fasce più vulnerabili della popolazione, quelle che necessitano di assistenza psicologica ma non possono permettersene i costi. Istituito il 30 dicembre 2021, aggiornato il 25 febbraio 2022 e reso una misura strutturale il 29 dicembre dello stesso anno. Il contributo è parte di un intervento più ampio mirato a mitigare gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria e la conseguente crisi socioeconomica, in particolare ansia, stress e depressione. A tal fine, le regioni finanziano un numero variabile di sedute individuali con uno psicologo accreditato.
Procedura e Requisiti
Per accedere al bonus nel 2024 bastava essere cittadini italiani e avere un ISEE valido non superiore ai 50mila euro. Le domande potevano essere inviate online attraverso il sito ufficiale dell’INPS, utilizzando il pulsante “Utilizza il servizio” nella pagina dedicata. Era inoltre richiesto il possesso di un’Identità Digitale SPID (di livello 2 o superiore), una Carta d’Identità Elettronica (CIE) o una Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Le graduatorie sono state stilate in base al valore dell’ISEE, o, in caso di parità, all’ordine di presentazione della domanda. Il fondo prevedeva un rimborso fino a 50 euro per seduta, con un fondo totale che variava in base all’ISEE: fino a 1.500 euro per chi aveva un ISEE inferiore a 15mila euro, fino a 1.000 euro per chi rientrava nella fascia tra 15mila e 30mila euro, e fino a 500 euro per chi aveva un ISEE tra 30mila e 50mila euro. A chi otteneva il bonus veniva assegnato un codice univoco, da presentare allo psicologo entro 270 giorni dall’approvazione della domanda. Se il bonus sarà rinnovato al 2025, probabilmente le procedure rimarranno le stesse.
Finanziamenti e Limiti
Recentemente, le commissioni Bilancio e Finanze hanno approvato un ulteriore finanziamento di due milioni di euro per il Bonus Psicologo, portando i fondi disponibili per quest’anno da 10 a 12 milioni. Il decreto, presentato da Filippo Sensi (PD), è stato approvato all’unanimità. Poiché il bonus viene erogato fino all’esaurimento fondi, questo incremento permetterà di accogliere più richieste. Tuttavia, nonostante l’incremento, le risorse restano insufficienti: a fronte delle 400.000 domande presentate all’INPS, meno dell’1% (circa 3.000) sono state soddisfatte. I risultati dell’iniziativa sono stati positivi, con un aumento della produttività e una riduzione significativa dei sintomi. I disturbi depressivi sono diminuiti di circa un quarto e i casi di ansia si sono dimezzati tra i pazienti che hanno completato il trattamento. Il bonus quindi funziona ma, come per molti servizi pubblici, sono necessari ulteriori fondi per sfruttarne le potenzialità.
Ott 3, 2024 | news
L’inverno si avvicina, e come sempre i consumi energetici aumentano. La soluzione più ovvia è spesso la più semplice: un minimo di impegno e attenzione, se costante, permette di ottimizzare tempi e risorse. Innanzitutto, bisogna tenere a mente che l’Italia è divisa in sei zone climatiche, ognuna con regole specifiche sul numero massimo di ore di accensione degli impianti di riscaldamento. Un buon obiettivo che possiamo porci è mantenere una temperatura massima di 19-20°C durante il giorno, e di 16°C durante la notte.
Osservare i Consumi
Quando il buon senso non basta, un contatore intelligente può fornire una panoramica di spese e abitudini, permettendoci di individuare subito perdite o malfunzionamenti. Il Portale dei Consumi gestito da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) offre un servizio simile, ma gratuitamente. Un termostato programmabile consente di impostare fasce orarie strategiche, mentre quello intelligente fa un passo in più, analizzando autonomamente le nostre abitudini e regolando i consumi di conseguenza. Questi strumenti, soprattutto se gestibili da remoto, sono particolarmente utili per chi utilizza impianti fotovoltaici e altri sistemi pesantemente basati sulle variazioni ambientali.
Limitare gli Sprechi
Semplici abitudini come indossare indumenti più pesanti o chiudere le stanze meno utilizzate non vanno sottovalutate: un grado di differenza può alterare i costi di circa il 10%. La parola d’ordine è trattenere il calore, con ogni mezzo disponibile. Meglio allora non lasciare le finestre aperte troppo a lungo: bastano pochi minuti per un ricambio d’aria. Durante la notte, è bene coprire le finestre con persiane, tapparelle o tende pesanti. Installando guarnizioni e doppi o tripli vetri possiamo migliorarne ulteriormente l’isolamento. Al contrario, non bisognerebbe mai coprire i termosifoni, nemmeno con tende o mobili. Una barriera termica, anche un semplice foglio di carta stagnola dietro il radiatore, può invece contribuire a riflettere il calore verso l’interno dell’abitazione.
Migliorare le Strutture
Infine, la manutenzione regolare di tutti i sistemi è fondamentale per garantirne l’efficienza (ed evitare sgradite sorprese legali). Gli impianti idrici, ad esempio, devono essere puliti e regolati per evitare incrostazioni di calcare, pena una multa di almeno 5.000 euro. Le valvole termostatiche, anch’esse obbligatorie per legge, possono ridurre i consumi del 20%. Per chi desidera investire in soluzioni a lungo termine, gli impianti a condensazione o le pompe di calore ad alta efficienza sono ottime scelte. Per i lavori di riqualificazione energetica, l’installazione di pannelli solari e tutta una serie di interventi nello spirito della sostenibilità, è ancora disponibile l’Ecobonus, con detrazioni che variano dal 50% all’85%. Questo incentivo sarà valido fino alla fine del 2024, ma sono previste modifiche per il 2025, nell’ambito di un più ampio piano di riforme previsto dal governo.
Ott 1, 2024 | news, Trasporti
Infuria ancora il dibattito sull’aumento del costo del biglietto per i mezzi di trasporto pubblico a Roma. La tariffa, attualmente di 1,50 euro, potrebbe presto salire a 2 euro. La proposta, avanzata mesi fa, prevedeva l’entrata in vigore dell’aumento il 1° luglio, ma la questione resta ancora irrisolta.
La Crisi Economica
A quanto pare, il sistema di trasporto pubblico romano fatica a sostenersi. Oltre ai costi operativi ordinari, si aggiungono quelli straordinari legati a eventi come il Giubileo e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), fra gli interventi per il rinnovamento delle infrastrutture e la crescente attenzione verso il tema della sostenibilità.
Il contratto di servizio con ATAC è fermo da un anno e richiede circa 20 milioni di euro per essere rinnovato. E nonostante il prezzo del biglietto sia rimasto stabile per due decenni, i costi di gestione, in particolare per la manutenzione e il carburante, sono cresciuti sensibilmente. Nessun aiuto è arrivato dal governo: giusto pochi mesi fa, il Centrodestra ha respinto una mozione del Partito Democratico, che richiedeva un finanziamento di 1,7 miliardi di euro per risolvere la crisi.
Il Braccio di Ferro tra Comune e Regione
All’inizio di settembre, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha inviato una lettera al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, proponendo un aumento del costo del biglietto dei 100 minuti, da 1,50 a 2 euro. Questo ovviamente significherebbe anche aumenti per i biglietti da 24, 48 e 72 ore, con rincari rispettivamente di circa 2, 4 e 6 euro. Nessuna variazione per gli abbonamenti ordinari, però, che potrebbero addirittura subire una riduzione.
La trattativa si è arenata in un confronto serrato tra Comune e Regione. Quest’ultima ha offerto dieci milioni di euro all’anno per tre anni. Una cifra che molti considerano insufficiente, dato che si parla già di tagli sulle agevolazioni destinate a categorie vulnerabili, come anziani, cittadini a basso reddito e studenti.
L’Alternativa per i Turisti
Una sorta di compromesso sarebbe l’introduzione di tariffe maggiorate per i turisti, insomma il famoso “modello Venezia”. In questo scenario, il costo del biglietto per i visitatori aumenterebbe da 1,50 a 2,50 euro. Tuttavia, questa misura non entrerebbe in vigore prima del 2026, dopo il Giubileo, e non è garantito che sia sufficiente a risolvere il problema.
La città si trova dunque in una situazione critica: l’immenso flusso di turisti previsto per il Giubileo (si stimano centomila arrivi giornalieri) e la presenza di numerosi cantieri mettono ulteriore pressione su un sistema già fragile, costantemente afflitto da ritardi, sovraffollamento e scioperi. Molti pendolari, stanchi dei disservizi, potrebbero già considerare il prezzo attuale eccessivo rispetto alla qualità del servizio offerto.
Set 30, 2024 | Consumatori, news
Negli ultimi mesi, l’aumento delle tariffe RC auto ha raggiunto livelli allarmanti, registrando incrementi significativi ben oltre il tasso di inflazione. Secondo i dati diffusi dall’IVASS (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni), il costo medio di una polizza auto ad agosto 2024 ha raggiunto i 418 euro, con un incremento medio del 6,7% su base annua in termini nominali e del 5,6% in termini reali (al netto dell’inflazione). Si tratta di un fenomeno che colpisce tutte le province italiane, con variazioni che oscillano dal +2,6% di Foggia fino al +12% di Roma.
Questo incremento continuo delle tariffe è considerato insostenibile dalle associazioni dei consumatori.
L’analisi dei rincari rivela differenze marcate tra le varie zone del Paese. A Roma, la città che ha registrato l’aumento più forte, portandosi a livelli preoccupanti. Anche altre città del Centro e del Sud Italia mostrano tendenze simili: a Prato, il costo medio di una polizza è arrivato a 627 euro, il più alto d’Italia, con un incremento del 9,8%. A Napoli, storicamente una delle città più care per l’RC auto, la media si attesta a 605 euro, mentre nel Nord Italia si riscontrano aumenti significativi a Milano (+7,4%) e Torino (+7,9%).
Enna, Potenza e Oristano si confermano invece le città più economiche, con premi medi di poco superiori ai 300 euro. Tuttavia, la tendenza generale indica un aumento dei costi in tutte le province italiane, senza eccezioni, mettendo in difficoltà milioni di automobilisti.
Nonostante l’inflazione sia in frenata e non vi siano fattori concreti che giustifichino un tale aumento dei costi per le compagnie assicurative, le tariffe continuano a salire. La soluzione potrebbe risiedere nell’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale che rende facoltativo l’indennizzo diretto, il che potrebbe contribuire a ridurre i costi per i consumatori. Inoltre, l’associazione richiede una riforma del sistema di vigilanza sulle assicurazioni, suggerendo una governance composta da personalità indipendenti dal mondo assicurativo.
Le prospettive per i prossimi mesi non sembrano incoraggianti. Senza un intervento rapido e deciso da parte delle autorità competenti, è probabile che i prezzi delle polizze RC auto continuino a salire, aggravando ulteriormente il peso sui bilanci familiari e rendendo sempre più difficile per molti automobilisti affrontare i costi legati alla circolazione.