Le grandi multinazionali dietro l’inquinamento da plastica: il nuovo report di Greenpeace
Mancanza di trasparenza, politiche aziendali inefficaci e nessuna alternativa proposta sull’utilizzo della plastica; sono questi alcuni tra i risultati di un questionario inviato da Greenpeace ad undici grandi aziende di beni di largo consumo: Coca-Cola, Colgate-Palmolive, Danone, Johnson e Johnson, Kraft Heinz, Mars, Nestlé, Mondelez, PepsiCo, Procter & Gamble e Unilever.
Nel rapporto pubblicato il 23 ottobre 2018 emerge come gran parte delle aziende intervistate non conosca o non abbia condiviso i dati relativi alle quantità di imballaggi prodotti che vengono riciclati e come queste aziende non siano neanche a conoscenza della destinazione finale dei propri imballaggi.
Nell’identificare possibili soluzioni, inoltre, queste aziende investono esclusivamente sulla riciclabilità e sull’utilizzo di plastica riciclata, senza investire su programmi di riduzione dell’utilizzo della plastica o su sistemi consegna e distribuzione alternativi.
L’utilizzo del riciclo come soluzione definitiva da parte di queste aziende si scontra con la realtà dei fatti in cui solamente il 9% della plastica prodotta a livello globale a partire dagli anni 50’ è stata correttamente riciclata e nei Paesi sviluppati il tasso di riciclo per la plastica raccolta è spesso inferiore al 50%.
«L’intero settore, oltre a non affrontare la grave crisi ambientale dell’inquinamento da plastica, prevede l’incremento delle vendite di prodotti imballati in plastica usa e getta che potrebbe aggravare la contaminazione negli anni a venire» ha dichiarato Giuseppe Ungherese, Responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Bisogna sfatare il mito che tutti gli imballaggi immessi in commercio possano essere raccolti e riciclati e di questo le grandi multinazionali devono prenderne atto e smettere di ingannare i consumatori».
Le numerose ricerche nell’ambito dimostrano come quello della plastica sia uno dei principali fattori di rischio per la salute del nostro ecosistema ed è in questo contesto che si colloca l’approvazione, da parte del Parlamento Europeo, di una relazione che impone divieto al consumo nell’Unione Europea di alcuni prodotti come posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini e di misure volte ad incrementare la riciclabilità e il recupero delle bottiglie per l’acqua minerale e le bevande.
di Mattia Angelini