Mag 22, 2023 | Consumatori, Tecnologia
A cura di Adusbef
Nell’ attuale panorama economico-finanziario occupano ormai un posto importante le criptovalute; appare però particolarmente difficile dare una definizione univoca e precisa in quanto il concetto di criptovaluta non è ancora radicato e consolidato: si tratta di una materia completamente nuova che ancora sfugge, almeno in parte, al nostro modo di ragionare.
Proviamo comunque a esplorare il settore e a tentare di dare una definizione.
Una criptovaluta è sistema di denaro digitale decentralizzato che utilizza la tecnologia blockchain per mantenere un registro delle transazioni. Come qualsiasi altro strumento di pagamento devono essere “accettate” da chi le usa nelle transazioni.
Una delle particolarità delle criptovalute è che sono intangibili, formate da “bit” e, dunque, completamente digitali. Quindi possiamo definire le criptovalute come monete completamente virtuali che, concretamente, non sono altro che file, come qualsiasi altro file che abbiamo all’ interno dei nostri PC.
In altri termini, le criptovalute possono essere definite come valute “private”. Poiché non esistono banche centrali o altre autorità che ne possono controllare e/o influenzare il valore, questo è determinato esclusivamente dalla legge della domanda e dell’ offerta, quindi dai soli utenti, senza alcuna possibilità di intervento da parte delle istituzioni politico-finanziarie.
Il sistema di gestione delle monete virtuali è dato dalla blockchain, una tecnologia costituita da un registro formato da blocchi nel quale ogni blocco contiene una transazione attraverso cui 2 utenti si scambiano la moneta virtuale.
La blockchain è un registro distribuito (ossia memorizzato su diversi PC in tutto il mondo) e decentralizzato; poniamo l’ attenzione su quest’ ultima caratteristica: decentralizzazione vuol dire che non esiste un’ autorità centrale istituzionale che vigili sul corretto funzionamento del sistema e che le transazioni sono validate non dall’ autorità, bensì all’ interno del sistema stesso; ogni transazione deve essere inserita in un blocco e questo inserimento si ha soltanto allorquando viene risolto un complesso problema matematico; questa operazione viene svolta dai cosiddetti “miner” (minatori) e richiede computer molto potenti.
Svolti i calcoli, la transazione viene validata e la quantità di criptovaluta è ufficialmente passata di mano.
Come si può intuire, l’ “anima” delle criptovalute è molto tecnica e tecnologica e, per comprendere bene il fenomeno, bisogna avere buone conoscenze delle ultime tecnologie informatiche. Questo elemento di novità, come si diceva all’ inizio, fa sì che le criptovalute sfuggano alla nostra mentalità e alle nostre categorie concettuali finanziarie. Per questo è fondamentale essere molto cauti, anche alla luce del fatto che le transazioni sono irreversibili.
Per utilizzare le criptovalute, occorre innanzitutto creare un portafoglio digitale o “wallet” per conservare le proprie monete. Ci sono molti tipi di portafogli disponibili, tra cui quelli basati su software, su hardware e su servizi di terze parti. Come si dirà in seguito, è importante scegliere un portafoglio affidabile e sicuro, e prendere misure per proteggere la propria password e il proprio codice QR.
Problemi di sicurezza nell’uso delle criptovalute.
Le criptovalute, come Bitcoin, Ethereum e molte altre, sono diventate sempre più popolari negli ultimi anni, ma ci sono anche diversi problemi e pericoli associati al loro utilizzo.
Se apparentemente le criptovalute possono presentare il vantaggio perché decentralizzate e non soggette a controlli da parte delle autorità (tanto da essere lo strumento di pagamento spesso utilizzato dalla criminalità internazionale per molte operazioni delinquenziali) bisogna però tenere presenti alcuni aspetti particolarmente insidiosi.
Il fatto di non avere un arbitro (un giudice e delle autorità di controllo) non permette di avere ristoro in caso, per esempio, di furto delle credenziali per accedere al proprio portafoglio digitale.
Anche nel caso in cui si dimentichino le password per accedere, si perderebbero senza rimedio tutte le criptovalute del nostro portafoglio; e ciò accadrebbe anche in caso di attacco da parte di un hacker.
Potrebbe anche darsi l’ ipotesi di distruzione dell’ hard disk del PC; anche in quest’ ultimo caso, si perderebbe tutto lo stock di denaro virtuale accumulato.
A differenza delle transazioni bancarie tradizionali, le transazioni in criptovaluta sono generalmente anonime. Ciò può rendere più difficile il monitoraggio delle transazioni sospette, come quelle che coinvolgono il finanziamento del terrorismo o del crimine organizzato.
Problemi di informazione per chi investe in criptovalute.
Il grafico che segue mostra l’andamento delle quotazioni Bitcoin dal 2014.
ANDAMENTO DELLA QUAOTAZIONE DEL BITCOIN
DAL 2014 AL 7 MAGGIO 2023
Nato il 3-1-2009, il Bitcoin è stato ignorato per anni, avendo una quotazione molto bassa e piatta. A partire dalla metà del 2016 le quotazioni del Bitcoin hanno cominciato a crescere. Da marzo 2017 la crescita è stata impetuosa. Tanto da suggerire a molti investitori (forse un po’ avventati) la possibilità di guadagnare se l’aumento fosse continuato.
In effetti, a fine marzo 2021 la quotazione aveva superato i 50mila euro per crollare però, a metà maggio, sotto i 30mila euro.
Nuova crescita esponenziale fino a fine ottobre del ’21, quando raggiunse il picco massimo dalla nascita: il 29 ottobre il Bitcoin quotava, infatti, 53.943,49 euro. Da allora e fino al dicembre 2022, la quotazione scese velocemente, fino a raggiungere, il 30 dicembre dell’anno, il valore di 15.483,84 euro.
Col 2023, la quotazione ha ricominciato a crescere: il 7 maggio un Bitcoin valeva 26.227,20 euro.
Come si vede, l’andamento delle quotazioni della principale criptovaluta risulta particolarmente volatile e può fluttuare ampiamente in un breve periodo di tempo. Questo andamento, affiancato alle incertezze normative che possono colpire il settore qualora le autorità monetarie di controllo intendessero intervenire per regolamentarlo, deve essere assolutamente tenuto presente da chi intende investire in Bitcoin.
Ma c’è un’altra considerazione, forse la principale, che fa delle criptovalute un pessimo investimento.
Mentre gli investimenti in titoli mobiliari (azioni, obbligazioni, fondi, altre valute a corso legale ecc.) possono essere ben valutati e ragionati, attraverso l’analisi del mercato di riferimento, della qualità del gestore, della credibilità e del merito di credito dell’emittente il titolo, delle norme che regolano il settore, della politica delle autorità di controllo, le cripto valute non possono assolutamente essere indagate e risultano conseguenza diretta del rapporto tra domanda ed offerta, rapporto definito e conosciuto solo successivamente alla sua fissazione.
Da queste considerazioni deriva che l’investimento in criptovalute è una semplice, pura e pericolosa scommessa, dai risultati imprevedibili. : si acquistano sperando che le loro quotazioni crescano e che il mercato non sia abbandonato dai detentori di quote, facendone crollare il valore, o sia ferreamente regolamentato dagli interventi delle autorità monetarie..
Prima di investire o utilizzare le criptovalute, quindi, è importante comprendere appieno i rischi e prendere le misure di conoscenza (finanziarie, informatiche e tecniche) necessarie per proteggere i propri fondi.
Mag 12, 2023 | Consumatori, news, Telefonia
A cura di Codacons Lazio
Dopo mesi di sollecitazioni da parte delle Associazioni dei consumatori, l’Autorità Garante per le Comunicazioni, ha deliberato il blocco degli aumenti legati all’inflazione, che contrariamente sarebbero divenuti automatici dal 2024.
La decisione dell’Autorità arriva dopo che alcune compagnie telefoniche avevano aggiornato le condizioni dei propri contratti prevedendo la possibilità, dal 2024, di modificare in qualsiasi momento le tariffe applicate ai loro servizi, adeguandoli al tasso annuale di inflazione Istat, escludendo tra l’altro anche il diritto di recesso per gli utenti.
Gli incrementi avrebbero interessato un minimo del fisso del 5%, anche in caso di tasso di inflazione inferiore, o maggiorato comunque del 3,5% ai contratti già esistenti.
Così l’Agcom si è assicurata che sui rincari di massa legati all’inflazione anche per la telefonia non si applicasse l’automatismo che a fine del 2022 era accaduto per le modifiche unilaterali dei contratti di luce e gas, ossia che nei contratti che non prevedevano l’automatismo, gli operatori non potranno limitarsi a inserirlo con una semplice comunicazione all’utente, come pure avevano già iniziato a fare. Configurandosi come un cambio di natura contrattuale, l’Autorità ha stabilito che occorre una esplicita accettazione, in forma scritta, da parte dell’utente, quindi occorre che il consumatore sottoscriva un nuovo contratto altrimenti può rifiutare e godere delle vecchie condizioni contrattuali fino alla naturale scadenza del vecchio contratto.
I nuovi contratti, invece, saranno soggetti a una disciplina differente, dato che gli operatori potranno inserire da subito la clausola che indicizza le tariffe all’inflazione e gli utenti quindi non si troveranno con condizioni che mutano unilateralmente senza preavviso e senza possibilità di recesso.
L’applicazione dell’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo non può avvenire prima di 12 mesi dall’adesione contrattuale e la durata massima dei contratti non deve superare i 24 mesi e sono previsti interventi a tutela della parte debole sulla proroga dei contratti, la rateizzazione di servizi e apparecchiature terminali, sulla modifica delle condizioni contrattuali, sui diritti degli utenti in caso di discrepanza delle prestazioni rispetto a quanto promesso nel contratto, sul diritto di recesso, sulla cessazione del rapporto contrattuale, riguardo alle informazioni contrattuali sulle procedure di migrazione e la portabilità del numero.
Gli operatori, nelle offerte, dovranno indicare:
• tempi precisi di attivazione dei servizi;
• nei contratti dovranno riportare gli indennizzi a cui gli utenti hanno diritto in caso di disservizi compresi i ritardi o abusi relativi al cambio operatore e portabilità del numero e i casi in cui i tecnici dell’operatore non si presentino all’appuntamento preso con l’utente.
E dato che i prezzi non sono più bloccati, come si prevedono modifiche che vanno ad influire sulla spesa per il consumatore, queste devono essere predisposte anche in negativo, nel caso in cui l’inflazione sarà negativa ( se l’inflazione sale le tariffe salgono = se l’inflazione scende le tariffe devono scendere).
Mag 8, 2023 | Consumatori, Tecnologia
A cura di MDC Lazio
Cos’è il Metaverso?
Il Metaverso è caratterizzato dal passaggio da siti Web basati su testo e da ecosistemi chiusi, a spazi condivisi e interconnessi, detti mondi virtuali, in cui gli utenti interagiscono tramite avatar. Queste piattaforme ricreano dei mondi persistenti, all’interno dei quali gli utenti possono muoversi liberamente e incontrare altri avatar. Ogni mondo è costruito per ospitare le proprie comunità virtuali e i propri contenuti.
Nel Metaverso possiamo trovare gran parte delle attività che facciamo quotidianamente come ad esempio: riunioni; pranzi; film; allenamenti; giochi; concerti e molte altre mansioni.
La struttura è composta da larghezza, lunghezza, profondità e tempo, il cosiddetto cyberspazio, un universo creato e alimentato dalle reti globali di comunicazione di tutto il mondo.
Vediamo alcune caratteristiche del Metaverso:
deve permettere l’interconnessione di dati, oggetti, risorse digitali e identità tra i diversi mondi virtuali;
deve essere accessibile, consentendo agli utenti di entrare a far parte del Metaverso partecipando a eventi, luoghi e attività specifiche in modo sincrono;
abitato e rappresentativo, con la possibilità per gli utenti di essere rappresentati tramite la creazione di avatar personalizzabili;
persistente, ossia in grado di continuare a esistere indefinitamente e in maniera indipendente dalla presenza o meno di un soggetto;
immersivo, ossia deve fornire un’esperienza che unisce il mondo reale e il mondo virtuale.
La tecnologia del Metaverso è rappresentata dalla blockchain e la sicurezza è garantita dalla comunità di utenti.
Come entrare nel Metaverso
Per prima cosa bisogna comprare degli Ethereum, successivamente vanno trasferiti su un wallet (portafoglio elettronico) poi bisogna andare su un Metaverso ed infine fare il login. Dopo questi passaggi si può creare l’avatar.
Per le persone meno avvezze, sono nate altre piattaforme che permettono agli utenti di vivere un’esperienza immersiva. Per esempio, alcune aziende come Meta hanno realizzato mondi come Horizon World, un universo parallelo per utenti connessi da ogni parte del mondo.
Vediamo alcune piattaforme
Decentraland: è costruito sulla blockchain di Ethereum ed è free-to-play, ma richiede agli utenti di collegare i loro account ai propri wallet per ottenere un’esperienza completa.La piattaforma virtuale ha una propria criptovaluta chiamata MANA. Questa viene utilizzata nel metaverso come token per l’acquisto e la vendita di proprietà immobiliari virtuali e altri oggetti da collezione.
Sandbox: riproduce una struttura simile al mondo reale: ci sono utenti che la popolano, territori da acquistare, luoghi da visitare e oggetti da utilizzare. All’interno di Sandbox è formato da appezzamenti di terreno virtuale chiamati LAND, dov’è possibile costruire le strutture e realizzare le esperienze virtuali.
Zepeto: offre agli utenti una grande libertà di personalizzazione dei propri avatar, con nuove acconciature, espressioni facciali e vestiti aggiornati regolarmente. Attraverso gli avatar, gli utenti di Zepeto interagiscono, girano video di breve durata simili a quelli di TikTok, giocano e visitano mondi virtuali con temi diversi.
Ad oggi, il Metaverso oltre ad essere visto come luogo d’intrattenimento può essere un nuovo mondo per abbattere le barriere.
Mag 3, 2023 | Consumatori, news, Trasporti
A cura di Assoutenti
Il trasporto pubblico è la modalità principale di spostamento in tutta Europa.
In Europa il tram è attualmente presente in 272 città, e ha visto l’apertura più recente di una nuova linea (14.5 km) a Odense in Danimarca nel Dicembre 2022.
Considerando l’elenco delle nuove linee e dei diversi prolungamenti di quelle già esistenti nel 2022 sono stati attivati in Europa 99.6 km di linee tranviarie. I dati sulle estensioni delle reti tranviarie mostrano in Europa, infatti, un progressivo aumento di km costruiti a partire dal 1985.
Nel 2026 le città europee ad avere un tram saliranno ad almeno 276 (si aggiungeranno infatti Bologna, Losanna in Svizzera, Liegi in Belgio, Copenaghen in Danimarca).
Le modernissime linee tramviarie realizzate in questi ultimi anni non solo in Europa, ma in tutto il mondo, dimostrano che il futuro del trasporto pubblico e della mobilità è il tram perchè costituisce una efficace alternativa di trasporto pubblico col miglior rapporto costi/benefici.
Il tram è l’unico mezzo in grado di risolvere seriamente e con qualità ed efficienza i problemi della mobilità, con grandi risparmi sui costi. Ma soprattutto è competitivo ed appetibile rispetto alla motorizzazione privata, in quanto unico mezzo di superficie che può avere il percorso separato dal traffico privato con protezione a prova di invasione.
Per quanto riguarda Roma, sono in esercizio sei linee:
• Linea 2: Piazza Mancini – Piazzale Flaminio.
• Linea 3: Piazza Thorwaldsen – Stazione Trastevere.
• Linea 5: Termini – Piazza dei Gerani.
• Linea 8: Piazza Venezia – Casaletto.
• Linea 14:– Termini – Quarticciolo.
Linea 19: Piazza Risorgimento – Piazza dei Gerani.
Attualmente su tutte queste 6 linee sono in corso lavori di manutenzione straordinaria.
Il PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile) prevede un discreto incremento di rete tramviaria.
Sono state finanziate e poste a gara le nuove linee Togliatti e TVA (Termini-Vaticano-Aurelio), il ripristino degli impianti della linea Tiburtina (sospesa nel 1973 e dismessa nel 1998) e la riconversione della ex ferrovia Roma-Giardinetti con prolungamento a Tor Vergata.
Ulteriori sette lotti di rete sono in fase di progettazione preliminare per il reperimento dei fondi. Numerosi altri chilometri sono in previsione, ma al momento non sono state ancora attivate le relative procedure.
Assoutenti Lazio auspica il prossimo avvio anche delle fasi successive, visti i tempi non brevi delle trafile burocratiche; e particolarmente invita ad avviare subito le procedure per restituire il Lungotevere sinistro al trasporto pubblico con il tram.
Assoutenti Lazio intende proporre una breve guida ai vantaggi del tram, con l’aiuto degli esperti di UTP e di Pillole di Tram.
Ecco una breve sintesi:
Perché il tram
Il tram moderno è un mezzo di trasporto pubblico di superficie che viaggia su rotaie, anche lungo strade ordinarie in regolare convivenza con il normale traffico stradale e con il movimento pedonale.
Il tram trasporta più persone e costa meno.
Una vettura tramviaria porta circa il triplo dei passeggeri di un autobus. Considerato che l’80% dei costi dei trasporti pubblici è costituito dal personale di guida, con il tram si triplica la capacità di trasporto a sostanziale parità di costi di esercizio.
Il tram si realizza in tempi brevi e a costi contenuti.
Ogni chilometro di linea tramviaria costa il 5% in meno di un chilometro di metropolitana; una linea tramviaria si costruisce in pochi mesi, contro i decenni della metropolitana.
Il tram è munito di trazione elettrica non inquinante.
Una tecnologia tradizionale e collaudata, senza andarsi ad impelagare in sperimentazioni improvvisate e dubbie negli esiti, nei tempi e nell’efficacia. Un effetto immediato sulla qualità dell’aria della città e sulla salute dei suoi cittadini.
Il tram può essere protetto
Solo le sedi tramviarie, attrezzate in modo da non essere percorribili dai veicoli gommati, sono materialmente a prova di invasione e garantiscono tempi di percorrenza migliori.
Non bastano cordoli e telecamere a proteggere i tracciati.
Il tram è silenzioso
Materiale rotabile moderno ed armamento antivibrante hanno come effetto emissioni sonore nettamente inferiori al rombo dei motori degli autobus.
Il tram mantiene le sue promesse
Il tram è competitivo ed appetibile rispetto al veicolo privato, in quanto è l’unico mezzo di superficie che può avere il percorso separato dal traffico privato con protezione a prova di invasione, ed in grado di mantenere orari di partenza e di arrivo.
Le caratteristiche del tram:
E’ rapido in quanto corre per la maggior parte del suo percorso (in media, circa l’80%) su sede protetta e riservata, mantenendo una velocità commerciale (rapporto fra la distanza percorsa e il tempo impiegato) di circa 18 km/h, quindi la sede riservata permette al tram di avere una velocità costante e tempi certi di percorrenza.
É un mezzo pubblico di massa in quanto offre un’alta capienza di passeggeri, cioè un alto numero di posti per vettura. Adottando convogli da 350 persone con una frequenza di 3 minuti, si può realizzare una capacità di circa 7000 persone all’ora. Grazie alla sua capienza il tram è un mezzo portante, cioè percorre i percorsi principali presenti in città.
Per avere una ripartizione modale maggiormente orientata al trasporto pubblico serve per l’area urbana di Roma un mezzo più capiente rispetto agli attuali bus in circolazione nelle direttrici principali, e un mezzo pubblico che risulti più competitivo rispetto all’auto privata.
E’ puntuale. Il tram non solo garantisce una capienza, ma, grazie alla sede protetta e riservata e all’asservimento semaforico, risulta anche maggiormente competitivo sia sui bus sia sull’uso dell’auto, poiché è in grado di garantire agli utenti non solo tempi di viaggio più rapidi rispetto a quelli dei bus, ma soprattutto la certezza di orario.
Il mezzo pubblico che sta in mezzo al traffico ed è costretto a condividere gli stessi spazi con i veicoli privati è inefficiente per sua natura e non potrà mai competere col mezzo privato. Nella migliore delle ipotesi, infatti, andrà alla stessa velocità della corrente veicolare, con in più il tempo delle fermate, delle attese, l’affollamento, la scomodità, ecc.
Il mezzo pubblico diventa competitivo se il percorso è separato dal traffico privato. Inoltre deve essere altrettanto confortevole (nessuno viaggia in piedi nella propria automobile!).
La superficie stradale deve essere equamente ripartita, in relazione alle specifiche necessità, tra i vari utenti della strada (veicoli privati, mezzi pubblici, pedoni, biciclette, ecc.), ognuno con i propri spazi.
Un competitivo servizio di trasporto pubblico sulle direttrici più trafficate della città potrà dunque aversi nel modo migliore impiegando il tram.
Apr 26, 2023 | Banche e Poste, Consumatori
A cura di ADUSBEF
Alla fine del 2022 era sorta la polemica legata all’ uso del POS (Point of Sale), lo strumento elettronico di pagamento che ormai troviamo praticamente in tutti i negozi, come strumento alternativo del denaro contante. Da una parte non si riteneva giusto obbligare i commercianti ad accettare i pagamenti digitali, dall’ altra, i sostenitori delle transazioni digitali invece favorevoli all’ obbligo (peraltro già esistente).
I critici dell’ obbligo all’ uso del POS ponevano l’ accento soprattutto sulle alte commissioni bancarie che gli esercenti devono pagare per permettere ai loro clienti di svolgere le transazioni con il POS.
In effetti questo sembra essere uno dei problemi più grandi in fatto di mezzi di pagamento digitali; a tal proposito, vale la pena di citare uno studio di Confesercenti che ha stimato in 5 miliardi di euro il costo delle transazioni elettroniche per le imprese.
Per completezza di informazione va ricordato che secondo un’indagine della Banca d’Italia del 2020, ricevere un pagamento elettronico costerebbe meno del pagamento in contanti per l’esercente.
Rispetto all’importo della vendita, sui contanti il costo medio per il negoziante è dell’1,1 per cento (per problemi di conservazione, di sicurezza, di trasporto, di assicurazione, necessità di recarsi in banca per il versamento ecc.) mentre con un pagamento via carta o smartphone questa percentuale si riduce allo 0,65 per cento.
Ricordiamo inoltre che molti fornitori di servizi hanno azzerato le commissioni per pagamenti di piccoli importi; PagoBancomat, ad esempio, ha azzerato le commissioni fino a 5 euro fino alla fine del 2023. Non è esclusa una riproposizione dell’offerta da parte di PagoBancomat.
Comunque, il governo ha deciso di intervenire e lo ha fatto inserendo una normativa all’ interno della legge di bilancio per il 2023 (legge n. 197 del 29 dicembre 2022); in particolare, l’ art. 1, commi 386 e 387 intervengono in maniera molto concreta per cercare di contenere i costi delle commissioni. Infatti la legge stabilisce che entro il 1 marzo 2023 deve costituirsi, con decreto del Ministero dell’ Economia, il tavolo delle categorie interessate che ha come scopo trovare soluzioni per mitigare il costo delle commissioni per le transazioni elettroniche sotto i 30 euro per gli esercenti che, nell’anno d’imposta precedente, abbiano conseguito ricavi e compensi non superiori a 400.000 euro.
Il tavolo in oggetto ha avuto un ulteriore mese di tempo (fino al 31 marzo) per trovare un accordo; nel caso in cui l’accordo non si trovi, interverrebbe una sorta di “punizione”, ossia i prestatori di servizi di pagamento elettronici e i gestori degli schemi di pagamento dovranno versare il 50% dei loro utili derivanti dalle transazioni inferiori a 30 euro a un fondo che servirà a mitigare i costi che devono sostenere gli esercenti i cui ricavi nell’anno d’imposta precedente non siano superiori ai 400.000 euro, per le transazioni inferiori a 30 euro.
Ebbene, il termine del 31 marzo è stato ormai superato; restiamo in attesa delle decisioni perché, ad oggi, il tavolo non ha ancora prodotto alcun accordo; e, almeno per il momento, neanche si prevede che venga introdotta la “tassa” del 50% degli utili per i gestori dei servizi di pagamento di cui si parlava pocanzi. Pare, invece, che il Ministero dell’ Economia, punti ad arrivare all’ accordo in tempi brevi cercando di evitare la “punizione”. Bisogna comunque sottolineare il fatto che finora si è aggirata la norma che prevede la “tassa punitiva”.
La prossima convocazione del tavolo è prevista per il 20 aprile.
Sarà nostra cura aggiornare circa ogni iniziativa in materia.