Diritto alla riparazione: più vantaggi per i consumatori

Diritto alla riparazione: più vantaggi per i consumatori

Il Parlamento Europeo ha di recente approvato un nuovo testo per rafforzare le funzioni del diritto alla riparazione e che agevoli la riparazione dei prodotti difettosi e riduca la produzione di rifiuti. Per andare ad incentivare la riparazione piuttosto che l’acquisto prevede che i venditori siano tenuti, entro il periodo della garanzia legale, a dare priorità alla riparazione del prodotto qualora fattibile piuttosto che la sostituzione di quest’ultimo. I deputati hanno inoltre presentato la richiesta di estendere la garanzia di un anno ulteriore a seguito della riparazione. I deputati propongono anche di prorogare la garanzia legale di un anno dopo l’avvenuta riparazione.

Per il periodo in cui la riparazione avviene, dovrà essere offerto un prodotto sostitutivo e nel caso in cui la riparazione non fosse possibile si dovrà offrire un prodotto ricondizionato. Il tutto per aiutare i consumatori ad usufruire di tutti gli strumenti messi a disposizione per evitare di sostituire completamente il prodotto. 

Inoltre, per incentivare ulteriormente a riparare prodotti piuttosto che sostituirli il Parlamento propone di aprire l’accesso a tutti i pezzi di ricambio agli utenti finali e ai riparatori indipendenti, con lo scopo di superare gli ostacoli che incontrano i consumatori.

Delle piattaforme aiuteranno i consumatori a trovare i riparatori e i venditori di articoli ricondizionati presenti nella loro zona.

Avviato provvedimento cautelare nei confronti di Intesa San Paolo

Avviato provvedimento cautelare nei confronti di Intesa San Paolo

L’Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha imposto l’interruzione del trasferimento dalla banca Intesa San Paolo a Isybank senza previo consenso espresso. L’operazione ha coinvolto circa 300 mila correntisti dei 2,4 milioni che dovrebbe riguardare in totale. Avevamo già trattato in passato la questione, e l’autorità aveva già espresso l’intenzione di operare a tutela dei correntisti. Secondo l’Autorità il trasferimento èha avuto una modalità non conforme alle disposizioni del Codice del Consumo. Per effetto del trasferimento, i correntisti non sarebbero più potuti accedere a filiali e ad internet banking usufruendo soltanto dell’applicazione e avrebbero subito delle modifiche contrattuali sostanziali. Oltre quindi alle modalità di notifica del passaggio sarebbero illegittimi anche i cambiamenti sostanziali subiti dai correntisti.

La decisione dell’Autorità

L’Autorità ha quindi previsto che le due banche, previa informativa chiara ed esaustiva sulle caratteristiche del nuovo conto Isybank, assegnino ai correntisti un congruo termine per fornire il proprio consenso espresso al trasferimento. Entro 10 giorni Intesa Sanpaolo e Isybank dovranno comunicare le misure adottate.

Nel 2024 finirà il mercato tutelato: la proroga non è arrivata

Nel 2024 finirà il mercato tutelato: la proroga non è arrivata

Fine mercato tutelato

Il mercato tutelato è il mercato dell’energia nel quale risultano tariffe agevolate stabilite dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. La fine del mercato era già fissata da tempo, ma si attendeva il decreto del consiglio dei ministri che si esprimesse nel merito. Il decreto è arrivato ieri nel pomeriggio e ha confermato il termine del mercato tutelato e di conseguenza la sola presenza del mercato libero a partire dal 2024.

Il ministro per l’energia e per l’ambiente aveva avanzato delle proposte per permetterne la proroga. L’incompatibilità delle proposte con il PNRR le ha rese inammissibili.

Oltre al termine del mercato tutelato, nel decreto legge presentato si tratta l’utilizzo di fonti rinnovabili e il supporto alle imprese energivore. 

Rientri a casa e prezzi improponibili: nuova indagine dell’Antitrust

Rientri a casa e prezzi improponibili: nuova indagine dell’Antitrust

L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’indagine conoscitiva nei confronti delle compagnie aeree e dei biglietti da quest’ultime vendute. 

Sembrerebbe infatti che in questo periodo dell’anno i prezzi dei voli aerei tendano ad aumentare in maniera importante, essendo molto dagli utenti per volare, rispetto ai periodi “morti” che non corrispondono a festività. 

La tematica degli aumenti di prezzo dei voli è una ricorrente per il periodo natalizio, così come durante le vacanze pasquali e quelle estive, per via dell’elevato numero di persone costrette ad utilizzare i mezzi di trasporto per fare rientro a casa.

Il problema non è infatti nuovo ai consumatori, che si ritrovano a fronteggiare gli stessi ostacoli ogni qualvolta debbano spostarsi.

Le ricerche fin qui condotte affermano infatti che l’utilizzo degli algoritmi, dell’intelligenza artificiale e del machine learning conduca inevitabilmente alla creazione di meccanismi di auto-apprendimento che portino poi all’aumento dei prezzi in modo spropositato, senza considerare i bisogni effettivi dei consumatori. 

Qui puoi leggere il testo completo del provvedimento in questione.

SHRINKFLATION – Cos’è e perché impatta i consumatori

SHRINKFLATION – Cos’è e perché impatta i consumatori

Nell’ultimo periodo, a seguito della dilagante inflazione, molti consumatori hanno probabilmente notato che alcuni prodotti sembrano aver subito una misteriosa “diminuzione” nelle dimensioni del prodotto all’interno del packaging, senza però notare il restringimento dello stesso imballaggio. Questo fenomeno diventa più evidente se parliamo dei prodotti che fanno parte della nostra spesa abituale, come pasta, cioccolata o beni alimentari in generale.

Cos’è?

Questo fenomeno viene definito come “Shrinkflation” (termine che unisce due parole, “to shrink”, ossia restringere e “inflation”, ovvero “inflazione”). 

Molte aziende stanno infatti facendo un uso spropositato di questa procedura, che permette di risparmiare sulle spese connesse al prodotto. 

Al contempo però, il costo che vediamo sugli scaffali non sembra diminuire, anzi, tutt’altro. Questi aumenti costanti, vanno di pari passo con la non variazione del packaging, che ad occhio porta il consumatore a pensare di stare comprando lo stesso quantitativo di prodotto, ma che poi si rivela essere ben diminuito rispetto alla realtà. 

Ad esempio, un pacchetto di biscotti potrebbe sembrare simile a quello acquistato in passato, ma il consumatore più attento potrebbe notare che ora contiene meno biscotti rispetto al precedente. Lo stesso vale per le bottiglie di bevande, che possono sembrare uguali alla prima ma contengono meno liquido. 

Non si tratta però di una pratica illegale, ma di un fenomeno che spinge il consumatore a dover prestare maggiore attenzione nelle pratiche abituali come la spesa. 

Come si può evitare di rimanere colpiti da questo fenomeno? 

Una semplice buona abitudine da acquisire è quella di iniziare a leggere attentamente le etichette del prodotto valutandone il peso e la proporzione quantità/prezzo, che potrebbe aiutare a fare una spesa più consapevole e che non comporti un ”peso” eccessivo per il portafoglio.

L’impatto sull’ambiente

Un altro lato negativo di tale pratica è il suo impatto sull’ambiente. La riduzione del contenuto di un singolo prodotto comporta una produzione maggiore delle confezioni, che di conseguenza portano ad un aumento dei rifiuti, considerato che il consumatore dovrà acquistare più spesso il prodotto in confezioni più piccole per poter arrivare al suo consumo abituale. 

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