La proposta

Negli ultimi anni, i danni provocati da eventi atmosferici estremi come alluvioni, frane o maltempo hanno provocato importanti ripercussioni economiche sulla spesa pubblica nazionale. In seguito all’ultima alluvione in Emilia Romagna, che ha causato migliaia di sfollati e l’interruzione dei servizi pubblici, il governo ha riproposto l’introduzione di un’assicurazione obbligatoria sulle case al fine di coprire i danni causati dagli eventi atmosferici. A sollevare la questione è stato Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare. La proposta sarebbe in un primo momento facoltativa, con l’eventualità di valutarne l’obbligatorietà gradualmente. L’intento principale è avviare un processo di collaborazione tra pubblico e privato in cui lo Stato potrebbe aiutare a coprire parte dei costi.

Attraverso la polizza assicurativa un cittadino proprietario di una abitazione situata in una zona di rischio che vuole salvaguardare il proprio bene può ottenere il sostegno dello Stato. A tal proposito, secondo le parole di Musumeci, lo Stato non è più nella posizione di erogare risorse per tutti e sempre. Un primo passo in questa direzione è già stato compiuto con la manovra finanziaria 2024, che ha introdotto l’obbligo per le aziende iscritte al registro delle imprese di una assicurazione obbligatoria per coprire i danni materiali causati da eventi atmosferici catastrofici. L’idea sarebbe quindi riproporre questa misura per le abitazioni, anche se il calcolo di una polizza assicurativa sulla casa risente di numerose variabili che ne fanno oscillare il range di prezzo. La polizza alluvione, infatti, è una copertura specifica che generalmente viene valutata caso per caso su richiesta del cliente e può offrire diversi gradi di copertura e rimborsi.

Perché la proposta appare necessaria?

Nel 2023 in Italia si è registrato un picco di danni assicurativi causati da eventi meteorologici: oltre 6 miliardi di euro, di cui 5,5 miliardi attribuibili agli eventi atmosferici e 800 milioni di euro alle alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Tuttavia, solo il 6% delle case risulta assicurato contro il rischio di catastrofi naturali, e per il ministro Musumeci la prevenzione dovrebbe essere un costo anche a carico dei cittadini. Secondo analisi di diversi istituti di ricerca, l’Italia presenta il più alto Protection Gap in Europa, cioè il divario tra l’esposizione al rischio di catastrofe naturale e la protezione assicurativa da tali rischi. In tal merito, gli assicuratori italiani credono fermamente che i programmi assicurativi pubblico-privati per i rischi naturali svolgano un ruolo fondamentale nella riduzione del rischio e nell’adattamento: un recente rapporto del World Resources Institute afferma che ogni dollaro investito nella resilienza climatica può far risparmiare da 2 a 10 dollari in perdite future evitate. Il settore pubblico dovrebbe garantire investimenti adeguati in infrastrutture resilienti e promuovere l’adozione di misure di riduzione del rischio, mentre gli assicuratori privati potrebbero fornire incentivi agli assicurati che adottano misure preventive.

Critiche sulla proposta: un vantaggio per le assicurazioni?

Questa misura è percepita da alcuni come una tassa a vantaggio delle compagnie assicurative. Secondo chi si oppone alla proposta, lo Stato dovrebbe offrire soluzioni e orientamenti, ma non imporre una tassa, che in questo caso verrebbe percepita come un onere aggiuntivo. Si tratta infatti di costi rilevanti che graverebbero sugli italiani, sostituendo di fatto una presa in carico dello Stato nella tutela dei cittadini. In questo modo, il peso della gestione del rischio verrebbe trasferito direttamente sui cittadini, obbligati a sottoscrivere nuove polizze assicurative con compagnie private che ne beneficerebbero incrementando le proprie entrate. Inoltre, questa misura sarebbe per alcuni una tassa occulta, una sorta di patrimoniale mascherata.

Prospettive

Il dibattito resta aperto tra chi valuta la polizza assicurativa come una necessità inevitabile per far fronte a eventi sempre più comuni e chi teme che questa misura possa gravare ulteriormente sulle famiglie italiane.

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